In più di un’occasione vi ho parlato della mia passione
sfrenata per i viaggi, dell’attenzione che dedico allo studio “matto e
disperato” delle irrinunciabili guide Lonely Planet, della curiosità che mi
porta alla scoperta del “way of life” autoctono ecc…
Beh, in questa occasione non mi sono limitata a fare un
viaggio, bensì mi sono data all’avventura andando in vacanza col trattorino!
Il trattorino che ve lo dico a fare è quella furia scatenata
di nostra figlia Penelope che, con i suoi 15 mesi, 15 denti e innumerevoli
movimenti, mette alla dura prova le nostre coronarie, i nostri bicipiti, i
nostri santi in paradiso…
Quello appena concluso, week end lungo a Berlino, rispondeva
al nome di “regalo di Natale per la mamma Viola, confezionato dal
babbo Loris”. Nella descrizione del presente non comparivano le parole relax,
tranquillità, riposo, visite ai musei, vita notturna nè tantomeno hanno fatto
cenno di comparire.
Si è trattato di quattro giorni intensi che mi hanno fatto
ristrutturare l’idea di viaggio.
Ed ho scoperto che, con una mocciosetta al seguito, non si
può:
-
visitare con calma i musei. L’unica visita l’abbiamo
dedicata alla cupola del Reichstag. La povera audio guida che avevamo in
dotazione continuava a ripetere “e ora vi preghiamo di fermarvi per ammirare…”
quando invece dovevo correre col passeggino per placare l’ira funesta della
ragazza;
-
fermarsi per un aperitivo. Dopo aver scovato un
localino fantastico nei pressi della East Side Gallery dove concederci un brunch
domenicale ci siamo trovati a mangiare rigorosamente uno alla volta. Non per qualche
strana regola del galateo germanico, ma perché l’altro doveva recuperare
Penelope intenta a compromettere
l’equilibrio dei malcapitati camerieri;
-
non puoi fare vita notturna. I famosi club
berlinesi sono rimasti nella sezione “divertimenti” della Lonely Planet. Dopo
una giornata di fuggi fuggi al primo sbadiglio della pargola non potevamo dire
“no” al suo sonno e quindi alla nostra tranquillità;
-
con una bambina piccola, tantomeno in vacanza,
puoi fare troppi programmi. Quindi al bando le mie rinomate tabelle di marcia
militaresche, con luoghi da vedere, itinerari e locali nei paraggi. Con la
bimba è stata premiata l’improvvisazione che, comunque, è sempre una gran dote!
Tra i lati positivi abbiamo
invece riscontrato:
-
grazie ai bebè all’aeroporto hai una corsia
preferenziale al check-in;
-
fai amicizia con un sacco di genitori di tutte
le nazionalità (non è detto che ci si capisca sempre, io non so neanche come si
dice pannolino in inglese…);
-
mentre io facevo un’interminabile fila per
l’acquisto di alcuni biglietti (oltre 1 ora), Loris ha anche rimorchiato 3
crucche al parco facendo leva sul fascino del giovane padre single;
In ogni caso sono molto
orgogliosa di come sia andata questa vacanza, la prima all’estero di Pepe. E’
stata un’esperienza interessante, ricca, piena. La prima di una lunga serie che
mi auguro farà di lei una grande viaggiatrice.
Ps: finita questa vacanza avrei
bisogno di una vacanza, quella vera. Questa volta in solitudine!
Grazie,
Viola