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giovedì 14 luglio 2011

Una foto color seppia in soccorso all’ordine casalingo

Correva l’anno 2004 ed io ero una spensierata ventenne alle prese con l’Erasmus (programma di interscambio universitario all’estero) a Barcellona, sicuramente una delle migliori opportunità che l’Università italiana è in grado di offrire e che io ho saputo cogliere al volo!
In testa tante ambizioni e un gregge di grilli. Per sei mesi ho vissuto in un delizioso piso (appartamento) nel quartiere dell’exaimple, a due manzane (isolati) dalla Sagrada Familia, in Carrer de Sardenya 352. Dopo una settimana di estenuanti ricerche del piso perfetto alla fine è arrivato lui, spese contenute e un terrazzo da fare invidia ai Giardini Carducci di Perugia. Poi che c’entra, la mia camera era piccola, il mio armadio si trovava nel corridoio, il traffico del water era spesso congestionato, non avevo la tv (come del resto adesso), ma soprattutto vivevo con una ninfomane che ogni sabato mattina mi presentava il suo nuovo “novio”(ragazzo)… ma che problema c’era?! Oltre a lei nel piso si sono alternati la Marta, una catalana doc proprietaria di tutte le tecnologie che si trovavano in casa al mio arrivo e che scomparvero insieme alla detentrice dopo una sola settimana; Nino, una colombiana che friggeva yuca tutti i giorni e infine il Louise, uno splendido ragazzo depresso per essere stato abbandonato dal compagno.  
Nel periodo del mio Erasmus ebbi la luminare idea di diventare vegetariana, facendo rinunciare così al mio palato i succolenti sapori della butifarra o dell’ottimo jamon serrano. Quindi, tutti i miei ospiti, numerosi quelli  dall’Italia che avevano preso il piso come un ostello, venivano deliziati con il mio piatto forte: pasta con pomodorini e zucchine. Un vero tormentone.
Per documentare a mamma Fiorella le mie doti da cuoca provetta decisi di farmi scattare una foto in cucina mentre inforcavo grembiule e abbracciavo il mio amico Sandro venuto a trovarmi con Laurina.  Pensando di fare cosa gradita inviai la foto. Ne seguì telefonata allarmata di Fiorella che rimproverava lo squallore della mia cucina e le condizioni poco confortevoli nelle quali versavo. Non pensavo assolutamente di scatenare così tanto allarmismo, anche perché si trattava di una banalissima foto e la cucina, in quell’occasione, non era ridotta neanche troppo male…
Memore di questa esperienza, quando mi trovai a fotografare il mio nuovo appartamento che condivido con Loris (il valido aiutante) ebbi un’illuminazione… Abbandonare i colori e optare per una foto color seppia. Risultato: ordine inaspettato e decisamente surreale. L’uniformità del colore ha donato armonia all’angolo cottura accentuandone il calore e l’ospitalità. Questa foto ha superato la temutissima valutazione di Fiorella che non si è neanche accorta del giacchetto arruffato sullo schienale della sedia e della bacinella appoggiata sopra il frigorifero.

Del resto il color seppia aiuta, ma non può fare miracoli!!!     

Viola

2 commenti:

  1. Habemus Papam!
    Amica, bentornata e bentrovata, AMO quesdto post! =)

    Giusy

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