Penso di non aver mai desiderato qualcosa tanto quanto,
all’età di 8 anni, abbia desiderato il mitico Game Boy. Naturalmente la mia
amichetta del cuore Chiara lo aveva già ricevuto per la prima comunione, io come
da copione, dovetti aspettare sei lunghissimi mesi fino ad arrivare a Natale.
Un amore imprescindibile, il Tetris era, neanche a dirlo, il
mio gioco preferito. Quella musichetta filo-comunista mi era entrata nelle
orecchie e faceva da colonna sonora alle mie giornate passate a incastrare
mattoncini, ma non solo... Il Tetris era per me una vera droga e mi portava ad
incastrare qualsiasi cosa, le penne nell’astuccio, il quadernone nello zaino,
finché non iniziai a incastrare parole.
Per fortuna sono stata capace di uscire dal tunnel del Game
Boy che, per ripagarmi delle tante ore che gli avevo dedicato, mi ha lasciato
un’utilissima eredità: utilizzare l’incastro da regime per dare vita a valigie
super funzionali.
Del resto per un’amante dei viaggi come me la valigia è il
primo step da affrontare con intelligenza e facilità. Poche cose, ma sempre
utilissime, scelte accuratamente a fronte di una lista che preparo pochi giorni
prima della partenza e dove elenco i giorni trascorsi fuori ad ognuno dei quali
abbino i cambi da effettuare.
Martedì partirò per
l’ennesima volta per la mia amata Barcellona, a questo giro si tratta di
lavoro. Ho quindi già stilato un piccolo planning e calcolato il numero dei
cambi necessari. Solo due paia di scarpe, uno da ginnastica (All Star tutta la
vita) che andranno in valigia perché occupano meno spazio e un paio di
stivaletti da mettere in tutte le occasioni, con i jeans come con un vestitino.
Niente asciugami o accappatoio, a meno che non andiate in un ostello.
E soprattutto se, come nel mio caso, avrete a disposizione
il solo bagaglio a mano, niente bocce di profumo, di bagnoschiuma o di shampoo…
ma solo campioncini raccolti durante l’anno da giornali o forniti dalle
commesse delle profumerie!
Un’indicazione che risulta essere sempre la migliore (Boy
Scout docet) vestitevi a strati! Salite in aereo tipo omino dello Michelin e
godetevi i giorni di vacanza pronti a qualsiasi eventuale intemperia.
Inoltre, i calzetti vanno dentro le scarpe e preparate tante
bustine di plastica per rimetterci la biancheria sporca e per tutelare i capi
più delicati. Nella mia valigia dell’ispettore Gadget non mancano mai un blocnotes,
due o tre guide dei posti che andrò a vedere (sono azionista onoraria della
Lonely Planet), penne e il mitico sacchetto con orecchini e anelli abbinati ai
vari cambi che però, spesso e volentieri, mi dimentico di utilizzare!
Un consiglio molto solidale: se vi trovate a visitare un
Paese lontano o povero, portate in valigia vestiti datati, che solitamente non
mettete più e dei quali volete disfarvi. Io per esempio, in Brasile ho
lasciato, ad una delle tante comunità di recupero per bambini di strada, metà
della mia valigia, comprese le mie vecchie scarpe da trekking della Nike. Ho
fatto felice dei ragazzini che sono abituati ad avere molto poco e, lo spazio
liberato, l’ho prontamente riempito con souvenir e chicche du Brasil… que
saudade…
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