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lunedì 18 aprile 2011

I love shopping bags… ovvero sportole vi adoro!!!


Ho sempre pensato che fare la cassiera del supermercato fosse un lavoro divertente. Tutte le cassiere che conosco sono sempre sorridenti e, come il Papa, hanno una parola per ogni cliente. Le mie prime esperienze tra gli scaffali  sono state segnate dall’immensa Marilena, con il rossetto sempre brillante e l’ugola canterina, ma da qualche tempo nel mio cuore c’è Daniela, la più simpatica in assoluto. Ride e scherza con tutti, le over 80 sono il suo target preferito ed è talmente divertente che faresti la spesa a rate pur di passare più volte alla cassa. 

E poi stando alla cassa (e al pubblico in generale) potrebbe ricevere una laurea honoris causa in sociologia poiché l’esperienza sul campo insegna più di tanti manuali volumetrici.
Da gennaio tutta l’attenzione della clientela è rivolta alle ecologiche, quanto puzzolenti,  buste per la spesa al mais che sostituiscono quelle di plastica e inoltre, da più di un anno, ogni supermercato promuove e vende buste riutilizzabili di ogni tipo. Marilena propone quelle con le margherite fuxia, viola o arancioni; Daniela, a soli 30 centesimi, ti propina delle buste verdi bruttissime ma altrettanto comode che, a differenza delle altre, si ripiegano nella borsa senza troppe peripezie. 




Così stando alla cassa trovi il cliente finto-sbadato che ha dimenticato la busta a casa e implorevole te ne chiede gentilmente una dopo che, naturalmente, il conto è stato già chiuso. C’è poi il cliente realmente sbadato che tutte le volte ricompra una busta multiuso (con tanto di rimprovero della moglie), il riciclone che si presenta alla cassa con vecchie buste che sanno di naftalina e, infine, c’è il radical chic che fa il figo e ogni giorno estrae dalla borsa una busta diversa, sempre e rigorosamente in tessuto riciclato, magari con messaggi equosolidali stampati.

Bene amici, chi mi conosce avrà prontamente capito che io appartengo a quest’ultima categoria. E sì, ne vado fiera! La mia prima shopper (questo il nome tecnico, ma io amo chiamarla sportola!) la comprai in tempi non sospetti, era il 2002, a Ruedsheim Am Rhein splendida cittadina tedesca vicino Francoforte. Non c’è niente da fare l’efficienza nordica è sempre un passo avanti. Quell’evento segnò il mio amore imprescindibile per le shopper che mi portò a collezionarne un numero infinito; ne ho così tante che me le ritrovo dappertutto.
Ho quella della conferenza seriosa della Camera di Commercio, quella dello scanzonato Eurochocolate, del negozietto sotto casa, del convegno medico sull’osteoporosi (ma dove l’ho trovata?!), poi quella di Emergency, di UmbriaLibri, dell’ANCI, di Barcellona, di Piacere Magazine, di un’associazione green… insomma, chi più ne ha ne metta e mi aiuti pure a trovare dove metterle in casa perché, su 50 metri quadrati, stiamo stretti! 



Per i miei vicini di casa non è raro vedermi uscire di casa addobbata come un albero di Natale: una o due shopper per braccio con il pranzo da portare al lavoro, i panni da lavare, i pasti take-away by mamma o nonna o suocera, i libri e naturalmente la spesa! Penso che DIMINUIRE L’UTILIZZO DELLA PLASTICA NELLA VITA DOMESTICA sia una condizione necessaria e sufficiente (magari bastasse questo…) per dare una mano all’ambiente che ci circonda e  sperare in un futuro migliore.
In ogni caso, oltre alle mie shopper di cotone, non ho voluto dare dispiaceri alle mi due cassiere del cuore e così da Marilena ne ho presa una con le margherite verdi e da Daniela, a soli 30 centesimi, ho comprato quella verde, brutta ma comoda!
 
Quando si dice la par condicio!

Viola       

1 commento:

  1. Mai descrizione fu più vera violi!! e cmq in quanto a sportole originali(trash) la mitica Grazia docet! non per niente ti elogia sempre! :)

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