Ho sempre pensato che fare la cassiera del supermercato fosse
un lavoro divertente. Tutte le cassiere che conosco sono sempre sorridenti e,
come il Papa, hanno una parola per ogni cliente. Le mie prime esperienze tra gli
scaffali sono state segnate dall’immensa
Marilena, con il rossetto sempre brillante e l’ugola canterina, ma da qualche
tempo nel mio cuore c’è Daniela, la più simpatica in assoluto. Ride e scherza
con tutti, le over 80 sono il suo target preferito ed è talmente divertente che
faresti la spesa a rate pur di passare più volte alla cassa.
E poi stando alla cassa (e al pubblico in generale) potrebbe
ricevere una laurea honoris causa in
sociologia poiché l’esperienza sul campo insegna più di tanti manuali
volumetrici.
Da gennaio tutta l’attenzione della clientela è rivolta alle
ecologiche, quanto puzzolenti, buste per
la spesa al mais che sostituiscono quelle di plastica e inoltre, da più di un
anno, ogni supermercato promuove e vende buste riutilizzabili di ogni tipo.
Marilena propone quelle con le margherite fuxia, viola o arancioni; Daniela, a
soli 30 centesimi, ti propina delle buste verdi bruttissime ma altrettanto
comode che, a differenza delle altre, si ripiegano nella borsa senza troppe
peripezie.
Così stando alla cassa trovi il cliente finto-sbadato che ha
dimenticato la busta a casa e implorevole te ne chiede gentilmente una dopo che,
naturalmente, il conto è stato già chiuso. C’è poi il cliente realmente sbadato
che tutte le volte ricompra una busta multiuso (con tanto di rimprovero della
moglie), il riciclone che si presenta alla cassa con vecchie buste che sanno di
naftalina e, infine, c’è il radical chic che fa il figo e ogni giorno estrae
dalla borsa una busta diversa, sempre e rigorosamente in tessuto riciclato, magari
con messaggi equosolidali stampati.
Bene amici, chi mi conosce avrà prontamente capito che io
appartengo a quest’ultima categoria. E sì, ne vado fiera! La mia prima shopper
(questo il nome tecnico, ma io amo chiamarla sportola!) la comprai in tempi non
sospetti, era il 2002, a Ruedsheim Am Rhein splendida cittadina tedesca vicino
Francoforte. Non c’è niente da fare l’efficienza nordica è sempre un passo
avanti. Quell’evento segnò il mio amore imprescindibile per le shopper che mi
portò a collezionarne un numero infinito; ne ho così tante che me le ritrovo
dappertutto.
Ho quella della conferenza seriosa della Camera di
Commercio, quella dello scanzonato Eurochocolate, del negozietto sotto casa,
del convegno medico sull’osteoporosi (ma dove l’ho trovata?!), poi quella di
Emergency, di UmbriaLibri, dell’ANCI, di Barcellona, di Piacere Magazine, di
un’associazione green… insomma, chi più ne ha ne metta e mi aiuti pure a trovare
dove metterle in casa perché, su 50 metri quadrati, stiamo stretti!
Per i miei vicini di casa non è raro vedermi uscire di casa
addobbata come un albero di Natale: una o due shopper per braccio con il pranzo
da portare al lavoro, i panni da lavare, i pasti take-away by mamma o nonna o
suocera, i libri e naturalmente la spesa! Penso che DIMINUIRE L’UTILIZZO DELLA
PLASTICA NELLA VITA DOMESTICA sia una condizione necessaria e sufficiente
(magari bastasse questo…) per dare una mano all’ambiente che ci circonda e sperare in un futuro migliore.
In ogni caso, oltre alle mie shopper di cotone, non ho
voluto dare dispiaceri alle mi due cassiere del cuore e così da Marilena ne ho
presa una con le margherite verdi e da Daniela, a soli 30 centesimi, ho
comprato quella verde, brutta ma comoda!
Quando si dice la par
condicio!
Viola
Mai descrizione fu più vera violi!! e cmq in quanto a sportole originali(trash) la mitica Grazia docet! non per niente ti elogia sempre! :)
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