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giovedì 7 aprile 2011

Il mio amico aereo (insomma, non roviniamoci la vita!)


Bene bene,e così sono arrivati anche per me i fatidici 28, sento l’eco dei miei fans che strillano auguri, grazie, grazie!! =)

E cosa ci sarebbe di meglio per festeggiare se non concedersi un bel viaggio? Che invidia per la Viola!! Proprio ora che è finalmente iniziato il bel tempo (non per niente la Primavera è la più bella stagione dell’anno…sono nata io!) niente sarebbe più rigenerante che organizzare al volo quattro stracci nella pratica valigia dello scorso post, fare il biglietto senza pensarci e partire per un bel week-end lungo rigenerante!

La mia amata Parigi, Barcellona che non ho mai visitato, il Nord Europa, quante destinazioni sarebbero a portata di mano..se non altro che purtroppo per alcuni di noi non è così semplice andar via.
All’inizio parto con il massimo dell’energia, in fondo, girare il mondo è sempre stata la mia passione, ecchè avrò studiato turismo a fare, no??!! Poi inizia a strisciare dentro me quella sensazione di disagio, davvero in modo così poco percettibile che faccio finta di non sentirla, e continuo a studiare cartine e preparare itinerari..poi passano i giorni, e continuo a rimandare fino a quel momento in cui devo, per forza comprare i biglietti dell’aereo.

Ed allora lì  mi blocco, raggelata, capisco e lo ammetto: non ce la faccio. 

E tutto salta ancora, un’altra volta, per la mancanza di mezzi… Ma che avete capito? Non di mezzi economici, per lo meno non stavolta!
I mezzi in questione sono quelli psicologici, e sono quelli che mancano a tutti coloro che, come la sottoscritta, si ritrovano con grande amarezza a soffrire di quella che viene comunemente descritta come “paura di volare”.

Strizza, terrore, paura dell’altezza, paura di morire, crisi di panico da scene tipo “oddio stiamo partendo-FERMI-TUTTI-APRITE-QUELLA-PORTA! – cioè QUEL-PORTELLONE!!” o tipo “Perché sono l’unico a guardare ancora una volta le spiegazioni di sicurezza?” o tipo “lo Stewart ha alzato l’ultimo quarto di sopracciglio destro in maniera proprio sospetta mentre passava davanti a me, io conosco il linguaggio espressivo, è un chiaro segno di paura-ODDIO-STIAMO-PRECIPITANDO!!”

Insomma, inutile che sghignazziate, per noi comuni mortali la cosa è molto seria. L’ansia di volare, questo il suo corretto nome medico, è una patologia molto diffusa nel mondo; pare che in Europa colpisca in media il 47% della popolazione, con punte che in Italia raggiungono il 52%, LA METà!!
E la cosa ancora più brutta è che non è una cosa con la quale ci si nasce, e che quindi è da sempre una compagnia con la quale si è abituati a convivere; no, purtroppo, si può contrarre in qualunque momento, come è successo a me alla fine del mio periodo di studi universitari.
Insomma, una vita a programmare come e quando e quante volte avrei girato il mondo, per poi ritrovarmi a preferire 10 ore di traversata navale per tornare a casa piuttosto che 35 minuti scarsi sulla perfida macchina volante.

Io le ho provate un po’ tutte:
-metodi onomatopeici: assolutamente inutili
-fare finta di essere dura: inutile, mi sono ritrovata a piangere con forti singulti alla chiusura del portellone
-alcool: poco utile, mi sono ritrovata brilla a studiare le raffinate tecniche di ulteriore stordimento del mio vicino di posto russo, che sniffava a cadenza costante un bicchierone di whisky – giuro è vero;
-disperarmi istericamente: molto poco utile, si rischia di venire schiaffeggiati dal personale di bordo per riportare la psiche a livelli normali – giuro, una mia amica ha assistito a questa scena
fino a trovare qui la soluzione, che consiglio a tutti; ancora non sono guarita del tutto, ma leggere questo libro mi ha fatto capire tante cose, in primis che si tratta di una “malattia” da non trascurare e che se non “curata” può comprometterci inevitabilmente la vita, portandoci via tutte le gioie legate al viaggio; in secundis che la sua guarigione dipende in toto dalla nostra forza di volontà, e dal lavoro che compiamo su noi stessi.

Insomma, iniziate a leggere qui, qui e se potete permettervelo andate qui e qui o se no, dato il portafoglio, comprate il “sacro testo”; vi ritroverete come me seduti al vostro posto (sempre sull’ala, ma perche? Se l’aereo si spezza sono la prima a morire…ops, no, cioè, non volevo dire questo…) a disintegrare il vostro antistress preferito,e ripetere gli insegnamenti del maestro come un mantra, per tutta la durata del volo riuscendo a giungere a destinazione senza aver versato, o quasi, una lascrima.



In fondo, ricordate: la paura di volare e’ nella nostra testa, non sull’aereo!!
Buon viaggio!

4 commenti:

  1. Brava la mia Bubina!!! Molto probabilmente regalerò il libro a Carlo.. così starà più tranquillo ! :-) e... BUON COMPLEANNOOOOO !

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  2. Povera Giusy... dove essere assolutamente terribile avere l'ansia di volare. Io invece trovo che sia un'esperienza davvero divertente, una scarica di adrenalina pura...

    Evita precipitati subito in libreria ad acquistare il libro per Carlo. C'è un mondo che ci aspetta...

    Viola

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  3. @ Evita: buba, grazie per gli auguri pubblici..tanto qui siamo solo noi! =P
    e segui il consiglio di Violi, prendi il libroo a Carluzzo, chissà che gli faccia bene!

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  4. provato il metodo catalessi!?..
    devi rimanere sveglia per tre giorni di fila, prima della partenza, aiutata solo dalla caffeina!!.. il giorno della partenza smetti di prendere caffè, ti trascini come uno zombie fino al tuo posto, ti adagi sul sedile, inizi a leggere la cosa più pesante che trovi e vedrai che non sentirai nemmeno il decollo!!
    ciao
    Loris

    RispondiElimina

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